Bakhita

Bakhita
Bakhita

È nella cattedrale di El Obeid in Sudan che si trova il dipinto della suora canossiana BAKHITA- SUOR FORTUNATA. Nata musulmana, rapita bambina e venduta schiava da alcuni negrieri attraverso una serie ininterrotta e provvidenziale di avvenimenti si trovò ad entrare nella Chiesa cattolica, a farsi suora, a morire santa.

Beatificata da Giovanni Paolo II in S. Pietro il 17 Maggio 1992.

Oggi i cristiani sudanesi che ancora soffrono persecuzione e morte la invocano come loro protettrice in cielo.

Questa schiava sudanese è passata attraverso indicibili sofferenze dalla schiavitù alla libertà umana e a quella della fede, fino a consacrare la propria vita a Dio nell’Istituto delle Figlie della Carità fondate da Matilde di Canossa. Morì a Schio, provincia di Vicenza il 1947.

우리 수 일부 데이터 수집 특히 문자에도 아버지는 우리에 게 어떻게, 그 모든 아이 들과 교구의 조세 핀 Bakhita의 같은 목소리를 듣고 자신을 발견 그의 에밀리 아에서 보 이벤트 Amorth 어린 시절에 한 다음 서비스 이탈리아 영사의 그리고 이탈리아에서 생활의 다른 구절에서 성자에 의해 경험 그리고 마지막으로 회 중에. 젊은 Amorth 꾀 어 무엇는 즐거움과 캐릭터의 충은 여행 지역 사회와 본당 예수에 대 한 이야기에 그리고 어떻게 우리가 예수를 사랑 정말 용기와 진실을 볼 때 심지어 다른 종교에서 오는 고 겸손입니다. 사실 가톨릭 믿음을 입력, 그의 이름을 복용 Bakhita 의미를 설명 하 “io già amavo e sentivo in me senza ancora conoscerlo”.

Rapita agli affetti dei genitori e del villaggio mentre estirpava erbacce in un campo vicino. E’ singolare questo fatto: le erbe estirpate quasi si vendicano edestirpano l’erba buonaperché trascinata nel fango dell’abbadono e della desolazione possa rigenerare il campo….

Per ironia i suoi rapitori le danno il nome BAKHITA che significaFORTUNATA:

Viene venduta e rivenduta più volte ,conosce le sofferenze fisiche e morali legate alla perdita totale della libertà ; viene anche sottoposta al tatuaggio fin quasi a morirne. Viene comperata al mercato di Kartum dal Console Italiano ed è stupefatta che con Lei non si usi più lo staffile, ma che anzi Le si voglia bene .Nella gioia del nuovo ambiente resta però lo sconforto di aver perso per sempre la sua famiglia di origine.

Viene in Italia al seguito del Console Callisto Legnani e del suo amico Augusto Michieli. A Genova, pressato dalle richieste della moglie del Michieli il Console affida loro Bakhita e con loro raggiunge Zianigo dove la schiava liberata fa da bambinaia alla piccola Mimmina.

Anche quando la famiglia Michieli si sposta sul Mar Rosso Bakhita resta con Mimmina presso le Suore Canossiane dell’Istituto dei Catecumeni in Venezia. Non a caso l’iniziativa di rimanere parte da un certoIlluminato Checchini.

Bakhita qui richiede il battesimo e le viene posto il nome di GIUSEPPINA.il 9 Gennaio 1890.Al ritorno della signora Michieli dal Mar Rosso a seguirla nel Viaggio è soltanto più Mimmina perché Giuseppina ha deciso di farsi suorae di servire un Dio che Le ha dato così tante e grandi prove del suo amore.

Per cinquant’anni ricoprì compiti umili e semplici offerti con generosità e virtù eroiche;

Le consorelle la stimano molto per la sua bontà e carità .Dopo una vecchiaia e una malattia lunga e dolorosa tornò al suoPARON

Ricordano le parole che accompagnano il testo che fa da sfondo a queste note ad opera dell’Istituto canossiano di Verona che nei momenti di agonia supplicava l’infermiera che l’assisteva dìcendo :Mi allarghi le catene”!

Ma venne Maria Santissima a liberarla e le Sue ultime parole furono:LA MADONNA! LA MADONNA!

La sua fama di santità si è ormai diffusa in tutti i continenti…

Le grazie che ottiene dal Signore sono sorprendenti e stupefacenti….